Ogni anno la Casa officina sceglie un tema a cui ispirarsi durante l’anno di attività. Quest’anno ci dedicheremo alla didattica itinerante.
“La gente mi chiama ‘Kōdō il senza dimora’, ma non credo che intenda denigrarmi. Forse mi chiama così perché non ho mai avuto un tempio né una casa. Comunque sia, noi esseri umani, nessuno escluso, in realtà siamo tutti dei senza dimora. È illusorio credere di avere una dimora fissa”.
Kōdō Sawaki
Scegliere o essere costretti a lasciare una casa fa la differenza. Ma per la Casa officina il momento di dover lasciare la sede – per reiterate difficoltà, per inaspettate complicazioni, per imprevisti più grandi di tutti noi, per una pandemia – ha coinciso con la possibilità di scegliere un anno di ‘itineranza educativa’. La sfida più grande sarà questa: aprirsi ancora di più al territorio, senza la rete di protezione della nostra casa, senza un rifugio in cui sentirci al sicuro, con la scommessa che, dopo anni in cui abbiamo accolto persone da tutto il mondo, qualcuno ci accoglierà, con la stessa generosità. Durante i prossimi mesi, ogni luogo in cui faremo educazione sarà per noi uno spazio che ci accoglie.
Sperimenteremo pratiche di educazione in movimento, fluide, ancora più capaci di trasformarsi negli interstizi di una città complessa e intricata come Palermo. In viaggio nella nostra città, vivremo ancora una volta le opportunità che libertà e incertezza portano nel fare educazione. E, forse, guarderemo la realtà con occhi più vividi e con sguardo rinnovato.